I 42 CHE NON TI ASPETTI

A giugno mi sono state conteggiate dieci ore di lavoro extracurricolare da pagare a parte, col fondo d’istituto, per via delle decinaia di progetti e progettini di cui sono referente. Ho detto al segretario  Sì, vabbè, già mi pagate per la Funzione strumentale servizi studenti, non stiamo a guardare il capello, facciamo una cosa forfettaria e amen.
Ora il preside mi manda a chiamare, ad agosto, perché vuole che le ore siano documentate  nel dettaglio e su apposito modulo, uno per ogni attività svolta, perché – dice – non vuole irregolarità e non si sa mai che qualcuno ci faccia dentro.
Sottolineo “ad agosto” non perché ritenga che sia reato di lesa maestà far muovere il culo a un insegnante nei mesi estivi – ci mancherebbe! -, tanto più che i miei regolamentari giorni di ferie sono scaduti ieri, a ferragosto; ma perché su quelle ore da retribuire io e il preside già concordammo due mesi or sono, e avrebbero già dovuto essermi pagate, loro e le altre che non rientrano in questo capitolo ma che sono sempre fuori orario curricolare. E invece siamo qui a compilare moduli e a rifare conti.
C’ho messo due ore e mezza. Alcune attività le ho tenute fuori e sono stato sullo scarso, ché non mi fanno timbrare il cartellino e non è che tengo conto del minutaggio di tutto quello che faccio a scuola al di fuori delle mie ore di lezione.
Il totale ora è 42, il quadruplo di quel che a giugno avevo già accettato di ricevere.
Non so se è il senso della vita, dell’universo e di tutto quanto, ma qualcosa mi sa che significhi.

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