CHE POI IO SUL PEZZO SON MICA CAPACE DI STARCI…

Che poi io a quell’incontro lì non so neanche come ci sono capitato.

Che son mica un testone come l’Accame, o Manasse.

E neanche c’ho un blog che la gente segue e viene a leggere (che oggi, per dire, ci son passate tre persone, e di sicuro tutte per sbaglio, e chissà cosa stavano cercando).

Però c’ho degli amici che al Gallizio ci han detto Guarda, c’è questo Leonardo, è così e così, fossi in te lo inviterei.

E il Gallizio mi ha invitato e io ci ho detto sì, anche perché il Gallizio mi ha detto che mi mandava il libro, e io coi tempi che corrono su un libro gratis mica ci sputo sopra. Ci ho detto Sì, ci vengo a sentire l’Odifreddi, caspita!, ci vengo sì, ci vengo. E ci sono andato.

Che poi lo so che son passati due giorni, e quelli che scrivono sui blog, su quelli grossi, hanno già detto tutto quello che c’era da dire, perciò cosa vuoi che mi metta a dire adesso, che son passati due giorni.

Ma sono fatto così, alle cose io ci devo pensare, che non mi viene sempre in mente subito la cosa giusta da dire. A volte non mi viene mai, a volte due giorni dopo. Quelli che scrivono sui blog, quelli grossi, non so mica come fanno. “Bisogna stare sul pezzo”, dicono. E bravo, io posso anche stare sul pezzo, ma se per stare sul pezzo poi dico una cazzata? Son figure, ci metti un attimo. Se non sei veloce a pensare, è un attimo che dici una cazzata, e poi bon, mica puoi dire parola torna indietro. L’hai detta e bon.

Allora io preferisco aspettare. E se mi viene in mente qualcosa poi lo scrivo sul blog, che tanto anche se son passati dei giorni non è che cambia molto, figurati, se scrivevo subito massimo massimo passavano di lì dieci persone in più che mi leggevano, e invece così ci saranno dieci persone che diranno Ma dai, che palle, ancora ‘sto Odifreddi?!, e passeranno avanti, ma cambia mica niente. Anzi, ti dirò, forse è meglio così, che anche se son passati due giorni son mica sicuro che questa che dico adesso è una roba giusta, magari è una cazzata, però almeno la leggono dieci persone in meno e faccio meno figura di merda.

Che io a Odifreddi ci ho fatto una domanda. Ma mica una domanda intelligente, ci ho fatto una domanda così, per sapere una cosa. Che nel suo libro lui seguita a dire che la ragione qua e la ragione là, che il papa dice le cose che non si capisce che senso hanno, e che la ragione invece dice delle cose diverse, e che lui non capisce come si fa a dire delle cose compagne, si vede che il papa e chi crede in dio non usa la ragione.

E allora io ci ho chiesto cosa è che intende per ragione. Che magari il problema è tutto lì, magari non ci si è messi d’accordo su cosa significa una parola, poi uno la usa in un modo, uno nell’altro e non ci si capisce mica, a volte si finisce anche per litigare, sembra che chissà cosa e invece è solo una roba di parole. Che poi si sa che una parola tira l’altra, si finisce magari per dire robe pesanti e poi è mica facile dire parola torna indietro.

Odifreddi è stato bravo. M’ha detto che la ragione è una cosa che è mica facile spiegare così in generale cos’è, ma che lo capisci se guardi la matematica e la geometria. Che la ragione è una roba che tu fai dei ragionamenti che vengono fuori l’uno dall’altro ma tutti attaccati, come i vagoni del treno, che se tu hai capito una cosa e dici che quella cosa è vera, tutto quello che vien fuori da quella cosa è vero anche lui, e mica puoi fare dei salti di qua e di là, mica puoi passare da un vagone all’altro del treno senza passare prima in quelli che ci stanno in mezzo, che la ragione è far vedere che se tu dici che una cosa è vera dietro quella cosa ci stanno altre cose vere, tutte attaccate, e tu puoi salire su su su, da una cosa all’altra, e tutte le cose vere vengono da altre cose che sono vere anche loro, fino che arrivi a delle cose che sono vere ma non sai mica perché, ma sono vere.

Che poi a Odifreddi ci han fatto un sacco di altre domande e tutto è stato molto bello.

Ma poi ci ho pensato a quello che m’ha detto Odifreddi, e ci sono cose che non ho mica capito tanto bene.

Cioè, se è vera quella roba dei ragionamenti che sono veri se uno vien fuori dall’altro, e se è vero che se vuoi fare vedere che una cosa è vera devi far vedere che è attaccata ad altre cose che sono vere anche loro perché anche loro sono attaccate ad altre cose che sono vere e avanti e avanti, beh, lui nel suo libro non fa mica così! Lui nel suo libro dice delle cose che dice che sono vere, e dice che le cose che dice il papa son mica vere, ma non mi fa mica vedere tutti i vagoni del treno! Fa dei salti che sembra un grillo! A volte per farti vedere che una cosa è vera ti dice Guarda, lo dice anche Einstein, Guarda, lo dicono tutti gli scienziati, Guarda, lo dice anche Darwin (che poi nel libro quando lui fa vedere cosa dicono gli scienziati e Darwin e Einstein e compagnia briscola, mica fa vedere quello che dicono di roba scientifica, no, ma quello che dicono su dio che esiste o non esiste o su come finisce il mondo o su come è iniziato, e mica fa vedere che quello che dicono son cose che vengono fuori una dall’altra e che sono robe vere perché dietro c’hanno altre robe vere, no, te le dice così, l’han detto loro, che son scienziati, ma a me ‘sta cosa non mi pare giusta e non mi basta mica, eh).

Cioè, io mica voglio dire che Odifreddi dice delle balle. Dico solo che se la ragione è quella roba là che mi ha detto, quando lui ha scritto quel libro lì non ha mica usato la ragione, ma ha usato un’altra roba. Che non so mica cos’è, ma è un’altra roba! E allora non ho mica capito: Odifreddi mi dice che la ragione è una roba, poi nel libro mi dice che il papa non usa mica la ragione e che dice delle cose che non stan mica in piedi, però per dirmi così non usa mica la ragione che lui ha detto che è l’unica cosa che ci fa dire le cose vere! Allora, scusa, a me mi vien da pensare che o mi stai prendendo in giro, o non ti sei mica accorto che hai fatto una loccata, e che se quello che dice il papa c’ha mica senso perché non vien fuori dalla ragione, quello che tu dici nel libro c’ha mica senso per lo stesso motivo!

Boh. Sarà che son mica un testone. Però c’ho guadagnato un libro e ho conosciuto la Mafe, Gallizio, Pavolini, Jannis e altra gente bella.

A momenti ci guadagnavo anche il portafoglio del .mau., ma questa è un’altra roba.

 

10 thoughts on “CHE POI IO SUL PEZZO SON MICA CAPACE DI STARCI…”

  1. Sei un artista: un post pregno di filosofia scritto come se fossi un vecchietto mezzo ignorante seduto davanti ad un bar (uno di quei bar che trovi nei paesini di collina, quelli con le sedie lungo la strada e i vecchietti lì ad osservare chi passa e, magari, a criticarlo). Bravo.

  2. Ehilà! Sono l’altro blogger “papista” che era presente all’evento. Adesso ti lascio un saluto, poi torno a scartabellare il tuo blog. Ciao

  3. Commento solo per dire che mi è piaciuto lo stile 🙂
    e anche il contenuto filosofico-odifreddiano 🙂
    E anche per dire che Odifreddi è bravo, sì, ma forse alle volte deve solo mantenere il punto, e amen.
    Ho avuto uno scambio di mail, con Odifreddi, su una questione di ortografia del suo sito (che secondo lui, dopo tutto, c’aveva ‘ragione’ lui), che alla fine lui mi fa: e se dici così, eh?, allora perché non cosà?
    E io gli ho risposto: perché questo e perché quello, ecco perché.
    E lui non mi ha più scritto.

    (bel blog)
    Forse stava scrivendo il libro.

    1. Eh sì, mi sa che il difetto principale dell’Odifreddi stia proprio in quel non limitarsi a tenere il punto, nel volere in qualche modo strafare e stravincere, anche quando le sue posizioni sono come minimo discutibili, o almeno non così certe quanto lui ritiene che siano. E’ la critica che gli rivolge anche Amedeo Balbi, grosso modo.
      (Per il resto, grazie, arrossisco :))

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