SPAZIO-TEMPO

Ti ricordi quando andavi a scuola?
La sera preparavi la cartella e i vestiti sulla sedia e al mattino tenevi il posto occupato per l’amica e guardavi l’orario per sapere se sarebbe stata una giornata pallosa oppure divertente.
Ti veniva da ridere per ogni cazzata e c’era sempre quello che faceva le caricature di insegnati e compagni. Ti sudavano le mani perché c’era il compito in classe e sbirciavi il foglio del vicino cercando risposte o conferme.
E poi ci si trovava dopo scuola per spettegolare sui compagni e ridere e fumare.
Ritrovarsi con 40 professionisti chiusi in un’aula per 15 giorni è stato come essere proiettati in una classe numerosa delle medie.
C’era la secchiona, il polemico, il cazzone, la più bella della classe, i gruppetti, l’insicura, il bullo e il cascamorto. C’erano le ipotetiche coppiette, quelli che si stavano sul culo, quelli che volevano essere simpatici a tutti. C’era quello che “io sono appena tornato dall’America” e quella che “insomma, fate silenzio”. C’era tutto un meraviglioso microcosmo di personaggi che nella vita son gente serissima con un sacco di responsabilità e che in quella stanza erano solo ragazzini brufolosi.
C’ero io che non so perché ma gli altri pensano che ne so e invece io penso di non saper mai niente.
E c’era Ferrara. Che io in un posto così ci potrei vivere per sempre. Per. Sempre.

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