L’AMICA DI TUTTA UNA VITA

Questa notte ho perso un’amica.
Prima di essere mia amica era amica di mio padre e di mia madre.
Era amica dei miei nonni.
Poi è stata amica di mio marito e dei miei figli.
E’ stata l’amica di una vita.
Era una donna asciutta.
Non ti diceva che eri bella o che eri stata brava. Ti stringeva forte la mano e c’era dentro tutto.
Era una donna grande, con il grembiule stretto in vita.
Una che sapeva voler bene anche ai tuoi sbagli, senza negarli mai.
Ti guardava e sapevi sempre cosa pensava.
Quando in questi anni mi parlava di mio padre, delle cose che non sapevo di lui, di cose che lui a noi non aveva detto ma che a lei aveva confidato,  me lo vedevo davanti, così com’era.
Perché lei conosceva davvero le persone e ne tratteneva l’essenza.
E di lei era l’essenza che colpiva. Quel suo stare nel mondo senza fronzoli, senza maschere.
Quella forza che mai l’ha abbandonata in una vita che non è stata facile.
E nonostante tutto quando rideva lo faceva con gusto.
Ero seduta al tavolo della sua cucina dopo l’intervento che ha segnato l‘inizio della fine del mio papà.
Correvo lì nei mesi in cui avevo smesso di parlare con mia madre.
L’ho costretta ad ascoltare i miei rancori, le mie delusioni, le paure.
In quella stanza ho trovato tante volte rifugio.
Nella sua casa. Quella che lei aveva visto costruire e di cui conservava in testa lo schema degli impianti e la scadenza delle manutenzioni. Una donna pratica.
Per lei neanche morire è stato facile.
Sempre presente. La mente vigile in un corpo stanco che ha combattuto per 96 anni.
Ora riposa. E fuori c’è il sole.
Un’amica da sempre.
Non si perde un’amica così.

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